Nazionale maschile di calcio dell’Azerbaigian, su Transfermarkt, Transfermarkt GmbH & Co. E’ il bellissimo simbolo della neonata Nazionale dei Terremotati, o degli «sfrattati a tempo» come preferisce dire Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice che per l’occasione torna al suo primo amore, al suo primo «impiego», l’allenatore di calcio. Il calcio albanese si può dire «internazionale», in quanto il ruolo della Nazionale dell’Albania è quale centro culturale dell’albanesità, attingendo dai tanti residenti albanesi nati o cresciuti all’estero, anche da generazioni. Con questa iniziativa anticipava spontaneamente future normative comunitarie sottolineando il proprio ruolo di precursore nel campo della protezione ambientale. Al termine del secondo conflitto mondiale, precisamente nel 1945, un anno dopo il cambio di toponimo, viene fondata la Virtus Latina, denominazione cambiata, appena un anno dopo in La Pontina Latina, con l’obiettivo di trasformare la squadra in un vero e proprio punto di riferimento per tutta la provincia. Proprio la Calibra risulterà assai apprezzata per le sue forme assai profilate e le sue linee gradevolmente futuristiche. Per l’anno seguente, partirono comunque nuovi investimenti per nuove linee di montaggio a Kaiserslautern e un più moderno reparto di verniciatura a Rüsselsheim. Perpendicolare alla linea di porta sono disegnate due linee distanti 5,50 metri da ciascun palo e sono unite da una linea parallela alla linea di porta.
È quindi tempo di cambiamenti ed oltre alle novità al vertice della gamma, si hanno anche novità nelle restanti fasce: il 1987 vide l’arrivo della Kadett Cabrio, realizzata sulla base della nuova generazione lanciata già nel 1984 (e vincitrice dell’ambito premio di «Auto dell’anno», per la prima volta nella storia della Opel), mentre gli ultimi due anni del decennio videro rispettivamente la nascita della Vectra (destinata a sostituire la Ascona) e della coupé Calibra (destinata a rimpiazzare la Manta). Il successo delle Opel stava a quel punto viaggiando a due velocità: mentre le nuove generazioni di ammiraglie, rappresentate dalla Commodore (una derivata della Rekord) e dalla triade Kapitän-Admiral-Diplomat, facevano fatica a riscuotere successi, le tre vetture principali della gamma – la Kadett, la Ascona e la Rekord – vendevano considerevolmente e buone soddisfazioni commerciali dava anche la Manta. Anche il 1968 fu particolarmente ricco di eventi, con l’inaugurazione del nuovo stabilimento GM a Strasburgo, utilizzato principalmente dalla Opel per la produzione di cambi, e con l’ampliamento della fabbrica di Rüsselsheim. Vale la pena ricordare un’importante innovazione introdotta dalla Opel in questa seconda età degli anni ’80, e cioè: il catalizzatore proposto già dal 1985 in alcuni mercati, ma, come si vedrà, magliette squadre calcio esteso in maniera più massiccia solo quattro anni dopo.
Nel 1976 la ferita originatasi due anni prima parve sanata il numero dei dipendenti Opel superò addirittura la cifra del 1973, con ben 58.421 effettivi. L’ultimo decennio del XX secolo si aprì con alcuni acuti della Opel: la Vectra risultò alla fine del 1990 la berlina di maggior successo in Europa nel suo segmento (con circa 2,5 milioni di esemplari venduti) ed anche la media di maggior successo nella storia della Opel, mentre nello stesso anno vennero lanciate due versioni estreme della Omega, ossia la Evolution 500 e la Omega Lotus. Il successo della Corsa si ripercosse positivamente sul bilancio della Opel fin da subito: alla fine del 1982 il bilancio fu di 92 milioni di Euro in attivo. Intanto, stavano per essere ultimati i lavori per la realizzazione di un nuovo stabilimento, questa volta in Spagna, a Saragozza, dove dall’anno seguente avrebbe dovuto essere assemblata la prima vera utilitaria della Casa tedesca, ossia la Corsa. Scesi da basso, trovai Egle, la madre, ascoltammo la radio – stavolta anche Londra – non ebbi piú dubbi, la notizia era vera. Furono sconfitti anch’essi. Nuovo presidente, dopo la minaccia della FIGC di escludere il Napoli dal campionato per morosità, era il federale in persona, il conte Tommaso Leonetti; avrà la dignità (o l’accortezza?) di dimettersi dopo tredici mesi (19 ottobre 1941). L’onta della prima retrocessione in serie B toccherà così all’ennesimo commissario della società, il malcapitato Luigi Piscitelli.
Lasciata Torino, nell’estate del 1986 viene inizialmente acquistato dal Pisa del presidente Romeo Anconetani: in un primo momento i nerazzurri sono infatti ripescati a causa della retrocessione a tavolino dell’Udinese, ma a pochi giorni dall’inizio del campionato il verdetto viene ribaltato. Il 1989 vide anche la produzione della 25 milionesima Opel, ma soprattutto, il 24 aprile di quell’anno, la Opel decise che da quel momento tutte le sue vetture sarebbero state disponibili per il pubblico anche con marmitta catalitica. Il nuovo decennio si aprì con una forte frenata della domanda nei confronti delle vetture di fascia alta e medio-alta, non solo presso la Opel, ma presso un po’ tutte le Case, specie quelle generaliste. Nel 1971 una speciale versione di questo modello, azionata da due motori a corrente continua da 140 kW, frutto della collaborazione tra Opel, Bosch, Continental e VARTA, fece registrare 6 record mondiali e raggiunse una velocità massima di 188 km/h sul circuito tedesco di Hockenheim.



Il Villa all’inizio inizio l’ho scelto perchè mi piacevano i colori, del vino e del cielo, che vedevo raffigurati nelle pagine patinate del Guerin Sportivo e riprodotti nelle squadre di subbuteo che riuscivo a procurarmi nelle mie trasferte oltremanica che mio padre mi finanziava nell’ingenua convinzione che ci andassi davvero per imparare l’inglese. Tutti i giocatori di quella squadra sono nel mio cuore (Cowans, Spink, Mortimer e Morley più di tutti), ma oggi e qui scelgo Des Bremner perchè è l’emblema del calcio britannico di quei tempi, che era fatto di corsa, di cuore, senza troppi fronzoli. Potrai scegliere i colori e il motivo della tua squadra e aggiungere il nome e il numero di ciascun giocatore. E Platt è forse il giocatore migliore che ho visto in maglia claret and blue. Come vedete, a parte l’unicum della combinazione claret and blue del Villa, le altre sono espressione della mia passione per i colori biancorossi e biancoblù. Quella di metà anni 70 è la mia preferita. Negli oltre quarant’anni successivi alla sua fondazione, all’ombra della Lanterna si sono susseguiti i modelli più disparati: gli anni 1970 furono globalmente caratterizzati da casacche molto spartane e quasi minimaliste, sopra cui faceva bella mostra di sé unicamente lo scudo di San Giorgio; negli anni 1980 toccò invece a una soluzione che vedeva la fascia biancorossonera – in questi casi, per darle maggior risalto su di una base neutra, sempre ulteriormente bordata di blu – trasformata in uno stretto palo verticale che ornava la zona a ridosso del fianco destro, mentre lo scudo di Genova rimaneva al centro dell’addome.


Oltre alle partite della Lazio, ospita quelle dei rivali romanisti, occasionalmente quelle della Nazionale di calcio italiana ed è la sede delle finali della Coppa Italia. Al momento non si può determinare con certezza quando anche questo spazio sarà terminato, essendo impossibile conoscere preventivamente i nomi (e la loro lunghezza) delle future nazioni vincitrici della coppa del mondo. Ci tornavo la sera, dalla città che si oscurava, e per me non era un luogo tra gli altri, ma un aspetto delle cose, un modo di vivere. Tale evento suscita perplessità in quanto il signore coinvolto aveva reagito in modo appropriato a un affronto, secondo quanto riportato da un dirigente di una scuola nell’area di Bolognina. Tuttavia, la trascrizione di un episodio in cui si registra un’aggressione verbale e quasi fisica rivolta a un signore anziano, ex partigiano, introduce un elemento di particolare dissonanza. Tra le poche eccezioni, l’unica deroga a questa prassi si verificò a metà degli anni 1940, quando il club ricorse a una casacca fasciata che, tuttavia, riproponeva le due tinte della prima divisa, con una predominanza nera nella stagione 1943-44, e rossa nel 1945-1946; è inoltre degna di nota la moderna consuetudine che, limitatamente alle trasferte sul terreno del Bologna, dalla stagione 1998-99 vede il Milan presentarsi allo stadio Renato Dall’Ara quasi stabilmente con un particolare completo spezzato, composto dalla tradizionale seconda maglia bianca abbinata a pantaloncini di diverso colore, solitamente rossi o più raramente neri.