Maglie calcio anni 30
Nel 1928 la FIFA decide l’istituzione del campionato mondiale di calcio e l’anno dopo affida l’organizzazione della prima edizione, in programma nel 1930, proprio all’Uruguay. Subito dopo i mondiali del 1930, tra le federazioni calcistiche di Argentina e Uruguay i rapporti si raffreddano notevolmente. In ogni caso le tensioni che nella prima metà degli anni trenta infiammano i rapporti tra le due maggiori potenze calcistiche sudamericane rendono difficile il lavoro della CONMEBOL, as roma maglia 2025 che solo nel 1935 riesce ad organizzare una nuova edizione del Campeonato Sudamericano in Perù. Il prosieguo degli anni quaranta, però, non porta nessun altro successo alla Celeste. Gli azzurri riescono a segnare due gol con Baloncieri e Levratto, ma Cea, Campolo e Scarone fissano il punteggio sul 3-2 che porta la Celeste alla sua seconda finale olimpica consecutiva. La gara si accende già al 12′ minuto, quando Dorado porta in vantaggio l’Uruguay, beffando il portiere argentino Botasso con un tiro che gli passa sotto le gambe. Sempre negli anni sessanta vi furono anche due partecipazioni alla Coppa dell’Amicizia: la prima alla Coppa dell’Amicizia italo-franco-svizzera 1962 quando, dopo aver superato gli ottavi di finale ai danni del Montpellier, venne eliminato ai quarti dal Lens futuro campione; la seconda alla Coppa dell’Amicizia italo-francese 1963, venendo eliminato ai quarti di finale dal Lione.
Kerry vinse in ogni caso qualche anno dopo nuovamente tre titoli consecutivi, nel 1984, 1985 e 1986 imponendosi come forza dominante anche degli anni ottanta e portando a casa metà delle vittorie nazionali. Lo stesso si potrebbe dire per Johann Cruyff e il suo 14: impossibile scinderli, dici uno e inevitabilmente pensi all’altro, con il genio olandese che si rivelava avanti anche su questo fronte con la trovata delle due strisce nere (anziché tre) sulla maglia oranje, l’unico in tutta la squadra al Mondiale del ‘74, in polemica con lo sponsor tecnico della nazionale olandese. Il 3 giugno la Celeste estromette nei quarti la Germania (4-1), mentre in semifinale, quattro giorni dopo, è l’Italia a cadere di fronte ai sudamericani, salvi anche grazie ad un fallo di mani in area non fischiato. La finale si disputa il 30 luglio al Centenario e di fronte all’Uruguay c’è l’Argentina. Nel secondo tempo entra in scena Scarone, che batte Bossio e regala all’Uruguay il 2-1 finale e la seconda medaglia d’oro olimpica.
Questa va in scena il 7 febbraio e al Centenario di Montevideo si rinnova l’eterna lotta con l’Argentina: al 57′ una stoccata di Zapirain dà all’Uruguay il trionfo, l’ottavo a livello continentale. L’Uruguay, guidato da Alberto Suppici, è inserito nel terzo dei quattro gironi iniziali e il 18 luglio esordisce contro il Perù: Castro è il protagonista del giorno, segnando il gol partita (vinta per 1-0 dall’Uruguay), il primo realizzato dalla Celeste allo stadio del Centenario. La seconda avventura olimpica della Celeste, sulla cui panchina è nel frattempo giunto Primo Giannotti, prende avvio il 30 maggio 1928. Allo Stadio Olimpico di Amsterdam i primi avversari sono i Paesi Bassi padroni di casa: il fattore campo non basta ai tulipani, che vengono superati per 2-0 dall’Uruguay. L’Uruguay esordisce con un successo di misura sui padroni di casa del Perù (1-0), poi rifila un 2-1 al Cile. Sulla carta non c’è confronto, ma il fattore campo stavolta gioca un ruolo decisivo: il Perù si impone a sorpresa per 2-1 e fa suo il trofeo continentale per la prima volta. Tre giorni dopo l’Uruguay torna in campo contro la Romania.
Il risultato però non si sblocca neanche qui e la gara viene ripetuta 3 giorni dopo, il 13 giugno. L’Uruguay perde una sola gara, quella contro l’Argentina (0-1) ma per la Celeste quel risultato risulterà decisivo. L’Uruguay rimarrà l’unica nazionale sudamericana ad aver vinto l’oro olimpico per 76 anni (dal 1928 al 2004), prima che l’Argentina vincesse ad Atene con la Nazionale olimpica, successo ripetuto nel 2008 a Pechino. Come tutti gli anni è di consuetudine la coreografia dedicata al “Bagna”. Gli allenamenti della prima squadra e del vivaio oltreché le partite ufficiali delle squadre giovanili si svolgono nella località di Zingonia, a Ciserano, presso il Centro sportivo Achille e Cesare Bortolotti, che dal 2004 ospita anche la sede della società nerazzurra. I due ori ottenuti nel calcio dalla nazionale uruguaiana negli anni venti del ventesimo secolo rappresentano, ad oggi, gli unici ori olimpici conquistati da atleti uruguaiani. FSM ebbe successo fino ai primi anni ’90, ossia fino a quando le grandi aziende sportive, come Nike, non avevano ancora attirato a sé i top club con ingenti somme di denaro. Il dettaglio in sé era minuscolo, ma allo stesso tempo significativo, perché rappresentava la discendenza della Spagna dal ramo esatto della famiglia Borbone e non rispecchiava lo scudo presente sulla bandiera nazionale.
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